Ricercatori australiani dell’Università di Sidney hanno trovato che la disponibilità dell’azoto intestinale per il microbioma svolge un ruolo chiave nella regolazione delle interazioni tra i microbi dell’intestino e il loro ospite (Cell metabolism, 23 novembre 2016). Sono coinvolti diversi fattori complessi, quali la composizione degli alimenti, le modalità di consumo e il background genetico. Questo studio pone le regole per un modello generale di come la dieta plasmi l’ecosistema intestinale in quanto, quando noi mangiamo in modo da incoraggiare la cooperazione tra noi tessi e i batteri, noi raggiungiamo un buon microbioma, ma quando ci alimentiamo in un modo che non richiede la cooperazione abbiamo i batteri non sotto controllo e che possono essere dannosi.
Il bilanciamento dei batteri nel microbioma svolge un ruolo chiave in alcune funzioni, quali la regolazione immunitaria e il benessere digestivo, ed è collegato anche all’obesità, per esempio. Studi precedenti avevano identificato diversi modi in cui la dieta può influenzare il microbioma senza portare a un modello realizzabile che spieghi la risposta microbica con i diversi tipi di dieta.
Da questa nuova ricerca emerge che la risposta della comunità batterica alla dieta dell’animale ospite è molto influenzata dal rapporto proteine-carboidrati della dieta in quanto i principali nutrienti dei batteri sono carbonio e idrogeno. I carboidrati non contengono azoto, pertanto i benefici sono correlati all’assunzione proteica. I ricercatori sperano che le scoperte siano la base per simulazioni più accurate al computer per testare centinaia di diete diverse per prevedere meglio quali combinazioni dietetiche possano portare a una salute intestinale ottimale.
Il prossimo passo sarà caratterizzare più rapidamente quali diete siano le più consigliate a seconda del microbioma individuale.