L’Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici (Assalzoo) ha divulgato i dati relativi alla produzione dell’anno passato. Un anno, il 2012, che si è caratterizzato anche per una diminuzione produttiva di mangimi pari all’1,7%; un dato che posiziona l’Italia al quinto posto nell’Europa a 27. Aumenta la quantità di mangimi prodotti per il settore avicolo. L’unico segno meno riguarda l’alimentazione destinata alle galline ovaiole.
Il livello di autoapprovvigionamento è assicurato, forte di una percentuale pari al 96,3%, ma è la dipendenza dall’estero per le materie prime destinate alla produzione di mangimi a preoccupare. Materie prime che hanno registrato aumenti di prezzo elevati, come la farina di soia, che nel 2012 ha segnato un +35,1% rispetto all’anno precedente, causando una inevitabile lievitazione del costo del prodotto finito a carico degli allevatori.
In totale, la produzione mangimistica italiana, nel 2012, ha toccato 14.273.000 tonnellate, a fronte di 14.522.000 dell’anno precedente. Le riduzioni indicate rispondono a un ridimensionamento del patrimonio zootecnico nazionale che si concretizza in un -7,4% per quanto riguarda i suini e in un -2,6% per i bovini in generale
“La minor produzione segnata nel 2012 – ha spiegato il presidente di Assalzoo, Alberto Allodi – arriva dopo due anni di incrementi. Entrando nello specifico, la riduzione produttiva di mangimi ha riguardato soprattutto il settore bovino e suino, rispettivamente con un -4,5% e -2,9%, mentre il settore avicolo ha registrato un incremento dell’1,2%.