Ricercatori americani hanno studiato la tollerabilità e l’impatto sul microbiota intestinale del consumo di farina di grillo integrale e hanno pubblicato i risultati sulla rivista Scientific Reports (vol. 8, art. n. 10762, 2018). Gli insetti sono ricchi in proteine e altri nutrienti e sono considerati un’alternativa sostenibile dal punto di vista ambientale rispetto al bestiame tradizionale, ma solo di recente sono stati presi in considerazione nel mondo occidentale come fonte di alimenti. Gli autori di questo lavoro considerano che la chitina, un polisaccaride modificato, possa avere proprietà prebiotiche che possono favorire la crescita di batteri salutistici.
Per studiare questo effetto sul microbiota intestinale, i ricercatori hanno reclutato 20 adulti in buona salute di 18-65 anni suddivisi in due gruppi. Lo studio randomizzato, a doppio cieco e con controllo incrociato è stato condotto su due periodi d’intervento di 14 giorni ciascuno intervallati da 14 giorni di sospensione. Durante i periodi d’intervento i partecipanti hanno ricevuto una colazione a base di 80 g di muffin speziato alla zucca e un preparato per frappè da miscelare con un liquido a scelta. La colazione di controllo non prevedeva la polvere di grilli, mentre la colazione arricchita conteneva 25g di grilli in polvere equivalenti a 2,12 grammi di fibre dietetiche totali. Le due colazioni erano identiche a parte per il mais viola aggiunto allo smoothie di controllo per far sì che la texture assomigliasse a quella del frappè contenente la farina di grilli e il cacao in polvere aggiunto al muffin perché contenesse fibre insolubili. Alla fine dei due periodi sono stati raccolti e analizzati campioni di sangue e feci; inoltre, i partecipanti hanno compilato un questionario riportando ogni cambiamento nella salute dell’apparato digerente durante tutto lo studio.
I risultati hanno messo in evidenza che il consumo di grilli è tollerabile e non tossico alla dose studiata e ha causato un aumento di cinque specie batteriche, soprattutto di una (Bifidobacterium animalis) che è uno dei probiotici più studiati in grado di migliorare la funzione gastrointestinale, proteggere dalla diarrea, ridurre gli effetti collaterali degli antibiotici e aumentare la resistenza alle comuni infezioni delle vie respiratorie.
Rispetto alla dieta di controllo, il consumo di grilli ha portato a una riduzione del TNF-α, una citochina pro-infiammatoria, che a livelli elevati è stata associata a infiammazione intestinale e altre condizioni infiammatorie dell’apparato digerente.
Questi dati suggeriscono che mangiare grilli può migliorare la salute dell’intestino e ridurre l’infiammazione sistemica, anche se non è ancora chiaro il meccanismo d’azione.