Sull’International Dairy Journal (86, 69-75, 2018) è stato pubblicato un lavoro di Zouaghi, Abdallah, Andre, Chihib, Bellayer, Delaplace, Celzard e Jimenez volto a gestire le incrostazioni da proteine del siero e i fenomeni di adesione batterica negli impianti di lavorazione di prodotti lattiero-caseari con composti a base di grafite.
Le industrie lattiero-casearie sono infatti interessate da fenomeni di incrostazione che aumentano i costi e l’impatto ambientale dei processi termici. Per ovviare al problema si potrebbero sostituire le attrezzature in acciaio inossidabile con altri materiali meno soggetti a incrostazioni. In questo lavoro si è studiato il comportamento incrostante e le caratteristiche igieniche di due compositi a base di grafite commerciale idrofobica e non polare (Graphilor XC e XTH) che sono stati esposti all’incrostazione dovuta a proteine del siero di latte isotermica in un’unità industriale di pastorizzazione e a ceppi batterici patogeni di origine alimentare, cioè Staphylococcus aureus, Listeria monocytogenes e Salmonella enterica. Entrambi i compositi presentavano proprietà notevoli di eliminazione delle incrostazioni: un semplice risciacquo di 20 minuti con acqua era sufficiente per rimuovere tutto il deposito di latte dopo 1,5 ore di pastorizzazione, a differenza delle solite procedure di pulizia CIP. Questi materiali hanno anche mostrato un effetto significativo sull’adesione batterica, evidenziando un numero di cellule inferiore rispetto alle superfici in acciaio inossidabile. I risultati suggeriscono che i materiali a base di grafite potrebbero sostituire con successo l’acciaio inossidabile come materiale per i macchinari per ridurre l’incrostazione nei processi soggetti ad incrostazione da latte.