Qual è il nesso che lega sicurezza alimentare, certificazioni e lubrificanti? Il legislatore fornisce linee guida estremamente chiare per una corretta gestione del rischio, quali ad esempio il corretto utilizzo del lubrificante ed i parametri di massima contaminazione.
Molto spesso si è portati a ragionare in modo cautelativo, optando per scegliere i lubrificanti in base all’omologazione NSF: più quest’ultima è percepita come sicura (per esempio la 3H), più si tende ad identificare il lubrificante stesso come una soluzione assolutamente esente da rischi per la salute. In realtà la sola omologazione NSF infatti non basta per garantire un’adeguata gestione del rischio. E’ necessario prendere in considerazione molti altri aspetti che permettono di identificarne la portata sotto diversi punti di vista, andando così a soddisfare quello che è il così detto corretto utilizzo del lubrificante. Può infatti accadere che un prodotto NSF 3H usato impropriamente possa essere più pericoloso dal punto di vista microbiologico rispetto ad un lubrificante omologato NSF H1, oppure non garantisca le necessarie performances tecniche con il conseguente rischio di rotture o infortuni ad esse legati.
Il primo vero passo è quindi lo studio dell’applicazione unitamente alla definizione degli obbiettivi che si vuole raggiungere: in questo modo è possibile selezionare senza nessun rischio di errore sia la tipologia di lubrificante che l’omologazione più giusta sotto il profilo normativo. Il lavoro però non termina qui: è necessario trovare un bilanciamento tra la piena qualità del processo produttivo e l’efficienza tecnico-manutentiva; anche in questo caso il dato normativo ci fornisce indicazioni utili su come e quando utilizzare differenti tipologie di lubrificanti. Per esempio, stabilito che si debba utilizzare un lubrificante NSF H1 in quanto soddisfa tutti i requisiti richiesti dall’applicazione, è necessario quantificare il possibile rischio: i parametri di massima contaminazione diventano così lo spazio di manovra per garantire la piena sicurezza.
Conoscere la conformità normativa e i limiti di esposizione è un fattore determinante per evitare possibili contestazioni inerenti il prodotto finito. Klüber Lubrication, membro dell’EHEDG (European Hygienic Equipment Design Group), oltre a sviluppare lubrificanti speciali certificati ISO 21469 e registrati come NSF H1, 3H e HT1 offre una consulenza tecnica altamente specializzata per aiutare le aziende nell’industria alimentare nella scelta del lubrificante più idoneo.