Un’indagine di mercato realizzata da Research and Markets rivela che gli americani comprano meno cibi in scatola e conserve, un fenomeno imputabile al miglioramento della condizione economica degli Stati Uniti che ha fornito ai consumatori i mezzi per perseguire stili di vita sani, che non prevedono nella dieta i cibi in scatola. L’alto contenuto di sodio e la sensazione di prodotto trasformato che gli inscatolati ispirano non coincidono infatti con la visione americana di un’alimentazione sana, e il loro basso prezzo, che li rendeva accessibili durante la recessione, oggi viene però associato a un’idea di scarsa qualità. Le conserve e i prodotti in scatola hanno quindi registrato un calo dei volumi di vendita al dettaglio nel 2013, e non è prevista una crescita positiva fino a tutto il 2018.
La Campbell Soup Company ha continuato a guidare le vendite nel 2013 grazie alla sua posizione molto forte nella categoria delle zuppe in scatola, che vale 4 miliardi di dollari. Il suo marchio di serie, la zuppa Campbell, è anche leader fra gli alimenti in scatola e le conserve, vantando un fatturato di 2,1 miliardi di $ nel 2012 e 2,2 miliardi di dollari nel 2013.
La tendenza a consumare meno cibo in scatola e conserve è iniziata quando l’economia degli Stati Uniti ha iniziato a riprendersi nel 2010, e il declino è destinato a continuare fino a tutto il 2018. Tuttavia, nonostante l’atteso calo del 2% in volume di vendite nel periodo di previsione, si ritiene che il valore delle vendite al dettaglio avrà un andamento relativamente aggressivo, pari al 4%, nello stesso periodo di tempo. Questa crescita in valore è dovuta ad un aumento dei prezzi, visto che le aziende tendono a proporre i loro prodotti in porzioni piccole ma sane e nutrienti.
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