Uno studio pubblicato sull’International Journal of Cardiology ha analizzato i rischi per il cuore derivati dal consumo di grassi saturi. Nello specifico, lo studio ha coinvolto i dati di circa 75.000 persone tra Danimarca e Regno Unito. Di queste persone, circa 3.500 sono state colpite da infarto del miocardio durante il periodo di osservazione, che è durato oltre 10 anni.
Diete contenenti una gran quantità di grassi saturi fin dagli anni ‘60 sono state associate con il colesterolo LDL, il cosiddetto colesterolo cattivo, motivo per cui questo tipo di grassi è sempre stato demonizzato. Quando parliamo di grassi saturi a catena lunga, stiamo parlando ad esempio di acido palmitico con 16 atomi di carbonio e di acido stearico con 18 atomi di carbonio, entrambi presenti nella carne. Ivonne Slusjs a capo della ricerca, ha spiegato: “Abbiamo riscontrato che consumare una quantità contenuta di acidi a catena lunga, sostituendoli con prodotti lattiero-caseari o proteine vegetali abbassa il rischio di attacchi cardiaci”.