L’ultimo trimestre del 2013, grazie al clima generalmente più mite in Europa, ha fatto registrare un calo marginale della tendenza al ribasso del consumo di bevande, con consumi simili allo stesso periodo del 2012 sia nell’Europa occidentale che in quella orientale.
Nonostante le generali condizioni economiche non rosee in molti Paesi europei, con percentuali di giovani disoccupati sbalorditivamente alte, impennate di tasse e minore potere d’acquisto dei consumatori, gli ultimi dati rilevati dalla Canadean indicano un notevole slittamento verso l’alto dell’umore dell’industria. Nell’Europa occidentale, più del 60% dei mercati è risultato più ottimista, mentre nell’Europa orientale un terzo dei mercati ha fatto registrare miglioramenti rispetto al trimestre precedente. Anche in alcuni dei mercati più colpiti economicamente, quali l’Italia, la Spagna e la Repubblica Ceca, la fiducia delle aziende è risultata maggiore.
Guardando avanti, le prime previsioni della Canadean per il consumo delle bevande nel 2014 non sono del tutto positive, data la gravità dei problemi non ancora risolti in molti Paesi europei. La conflittualità politica e sociale rende difficili le previsioni dei mercati quali l’Ucraina, ma la visione generale è più ottimistica con una diminuzione della percentuale di contrazione sia a livello regionale che di categoria.
L’innovazione di prodotto e la differenziazione, dettata dai cambiamenti demografici dei consumatori e dalla crescente attenzione alle caratteristiche degli ingredienti, svolgeranno un ruolo importante nelle previsioni future. Sono previsti una grande attenzione sulla diminuzione dei costi di distribuzione e di produzione, ma anche investimenti in prodotti con valore aggiunto che rispondono a differenti necessità di stile di vita e di salute.
Nell’area dei soft drink, per esempio, ci saranno più lanci di prodotti contenenti stevia, con minor quantitativo di zucchero o biologici. Comunque, il prezzo rimarrà il punto chiave per tutto il settore dell’industria delle bevande.