Un’indagine pubblicata da Market Research sostiene che man mano che gli americani si fanno più attenti agli effetti negativi sulla salute di alcuni alimenti o ingredienti alimentari, l’industria risponde con il lancio di sempre nuovi prodotti salutistici, fra cui figurano latti aromatizzati a basso contenuto di zuccheri e prodotti a base di colture e con pochi grassi.
Questa mossa ha ampliato i margini di profitto in tutta l’industria alimentare, perché i consumatori attenti alla salute sono in genere disposti a pagare di più per il cibo che credono sia sano. Ne è un esempio lo yogurt greco. In particolare, le grandi aziende che hanno venduto per anni i loro prodotti agli americani, li hanno fidelizzati al marchio, per cui quando lanciano prodotti più salutistici e più costosi, in genere non sperimentano significativi cali della domanda, perché la gente li considera marchi di alta qualità. In quanto tali, queste aziende possono realizzare margini di profitto più alti delle aziende che non dispongono di marchi affermati.
Per realizzare i propri prodotti l’industria alimentare deve acquistare una varietà di materie prime, come mangimi, mais, latte, grano e zucchero, i cui prezzi contribuiscono a determinare il prezzo del prodotto finito. Così, quando il costo delle materie prime varia rapidamente di anno in anno, si determina la volatilità dei prezzi dei prodotti finiti, come l’industria lattiero-casearia sa bene.
La volatilità, a sua volta, rende l’industria meno in grado di anticipare l’aumento dei costi, ed essa reagisce trasferendo l’aumento sui consumatori sotto forma di prezzi più elevati alla vendita, o, come nel caso di gelato, riducendo le dimensioni delle confezioni. Anche se questa mossa non è positiva per consumatori, molti di essi saranno ancora disposti a pagare prezzi più elevati, oppure a comprare confezioni più piccole, soprattutto se si tratta di alimenti base. Alla fine, l’industria finisce per beneficiarne, perché i prezzi alla produzione non erodono i loro margini di profitto, mentre la domanda da parte dei consumatori rimane stabile.
E per quanto riguarda i prezzi delle materie prime ci sono buone notizie, poiché dovrebbero essere meno volatili nel corso dei prossimi cinque anni, offrendo ai produttori l’opportunità di ampliare i propri margini di profitto. Particolarmente degno di nota è il prezzo del mais, determinante in tutte e 10 le industrie alimentari più redditizie, fra cui quella del gelato.
In conclusione, le industrie alimentari devono trovare un equilibrio tra il mettere sul mercato americano i prodotti ad un prezzo ragionevole e massimizzare la redditività aziendale. Nel prossimo quinquennio, i margini di profitto del settore lattiero-caseario già redditizio dovrebbero ampliarsi, in seguito ad una minore volatilità dei prezzi delle materie prime e ad una riduzione dei costi associati alla produzione. Inoltre, se i prezzi dovessero aumentare, i produttori potranno trasferire gli aumenti dei costi sotto forma di prezzi più elevati al consumo, perché le capacità di spesa aumentano in linea con l’economia.
In particolare, le imprese più grandi e consolidate producono marchi che milioni di americani conoscono e a cui sono fedeli. Fra questi, essi cercheranno prodotti alimentari più sani, man mano che acquisiscono stili di vita più virtuosi, e c’è da aspettarsi che i produttori che sapranno sviluppare e pubblicizzare prodotti più in linea con questa esigenza saranno premiati da maggiori vendite, aumentano ulteriormente i propri margini.