La celiachia è un’enetropatia glutine-sensibile che si manifesta nei soggetti geneticamente predisposti ed è indiscusso che il grano, l’orzo e gli alimenti a base di segale possono essere esclusi da una dieta priva di glutine. Per quel che concerne invece l’avena, sebbene diversi studi riportino che in una dieta gluten-free la sua ingestione sia sicura, sulla sua potenziale tossicità resta aperta una controversia.
Per questo motivo un gruppo di ricercatori ha condotto uno studio per accertare e riconfermare la sicurezza dell’esposizione all’avena per i soggetti celiaci (“Immunological indicators of coeliac disease activity are not altered by long-term oats challenge”, Cooper et al. – Clinical & Experimental Immunology, vol. 171, n. 3). Nel corso di un intero anno hanno somministrato avena a 46 soggetti celiaci e ne hanno analizzato le risposte in vista della manifestazione di un potenziale effetto immunogeno o tossico.
I soggetti sono stati oggetto di un rigoroso monitoraggio clinico e nessuno di loro ha mostrato di aver avuto effetti negativi, nonostante i 286 g di avena consumati in media ogni settimana come previsto dal programma di studio, e anche l’analisi istologica di routine delle biopsie intestinali ha rivelato un miglioramento o nessun cambiamento nel 95% dei campioni esaminati. Inoltre, l’espressione della transglutaminasi tissutale nei campioni bioptici, determinata in maniera quantitativa usando un IN cell Analyzer, è rimasta invariata.
Ricorrendo all’immunoistochimica, i ricercatori hanno potuto constatare che l’ingestione di avena non è associata ai cambiamenti nei numeri dei linfociti intraepiteliali o con la proliferazione degli enterociti, come accertato dalla colorazione Ki-67. Infine, nonostante il potenziale della transglutaminasi tissutale di interagire con l’avena, in nessuno dei soggetti dello studio si è verificata la presenza né di anticorpi endomisio e neppure della transglutaminasi tissutale.
Per questo motivo e come da risultati ottenuti, lo studio riafferma che lo stimolo antigenico causato dall’esposizione al grano è fondamentalmente diverso da quello dell’avena e dunque conferma che l’avena può essere introdotta nella dieta per celiaci.