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Mosca ospiterà il World Pasta Day 2016

La Giornata mondiale della Pasta, che si festeggia ogni anno il 25 ottobre, si svolgerà quest’anno a Mosca. Pastai di tutto il mondo, rappresentanti della filiera, opinion leader scientifici, economici e media celebreranno la pasta e i pregi nutrizionali di questo alimento sano e naturale, consumato ormai in tutti i continenti e accessibile a tutte le categorie sociali.
Ad annunciarlo AIDEPI (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane) a margine dell’Assemblea di UN.A.F.P.A. (Unione delle Associazioni degli Industriali Pastai Europei) tenutasi oggi a Roma. Nell’occasione i rappresentanti dell’industria pastaria dell’Unione Europea hanno anche fatto il punto sulle tematiche inerenti al mondo del grano e della pasta: dagli approvvigionamenti di materie prime utili per la produzione di pasta, alle previsioni del mercato del grano e dei raccolti, agli aspetti qualitativi, organolettici e di sicurezza che rendono la pasta il cibo del futuro.
“Mosca è la nuova frontiera europea della pasta, mercato dove la pasta italiana continua a costruire le sue fortune – afferma Luigi Cristiano Laurenza, Segretario del Gruppo Pasta di Aidepi. “Germania, Francia e Regno Unito assorbono da sole circa il 45% del nostro export, ma ci sono tante altre realtà dove la domanda della pasta è in crescita. Tanto che 3 piatti su 4 tra quelli consumati in Europa sono prodotti dai nostri pastifici”
Con un consumo procapite di 7,8 kg annui, la Russia è tra le realtà emergenti per quanto riguarda il gradimento della pasta, in particolare di quella italiana: 29mila le tonnellate di pasta Made in Italy esportate nel 2015 in Russia, per un controvalore di 28,6 milioni di euro. E diverse aziende italiane hanno aperto sedi produttive sul territorio russo per meglio presidiare questo mercato strategico.
Ma in tema di pasta il rapporto tra Russia e Italia ha radici molto più antiche: nell’Ottocento, il grano russo ha contribuito a creare il mito della pasta italiana. Allora, dai porti russi partivano navi cariche di grano pregiato verso Napoli o Imperia, dove la preziosa materia prima veniva portata e lavorata nei pastifici locali. E alcuni italiani avevano impiantato delle fabbriche di pasta (una decina in tutto), proprio nei dintorni del porto di Taganrog (da cui prende il nome una delle varietà di grano più apprezzate), in società con imprenditori locali.

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