L’anemia è un importante problema clinico e di salute pubblica; studi hanno messo in correlazione la carenza di ferro e l’anemia nei bambini con risultati scolastici molto scarsi, compreso uno scarso sviluppo cognitivo. D’altra parte, l’integrazione con il ferro, una strategia terapeutica e preventiva largamente utilizzata, è associata a effetti collaterali. I bambini della scuola primaria sono in una fase critica dello sviluppo intellettivo e l’ottimizzazione delle loro prestazioni cognitive potrebbe portare benefici a lungo termine sia individuali che a livello di popolazione. Nella revisione sistematica pubblicata sul Canadian Medical Association Journal (15 ottobre 2013), ricercatori australiani dell’Università di Melbourne hanno riassunto le prove dei benefici e della sicurezza dell’integrazione giornaliera con ferro nei bambini della scuola primaria.
Sono stati identificati 16.501 studi, sono state valutate 76 pubblicazioni e sono stati inclusi 32 studi che hanno coinvolto 7.089 studenti. L’integrazione con il ferro ha migliorato il punteggio cognitivo globale, il quoziente d’intelligenza tra i bambini anemici e le misure dell’attenzione e della concentrazione. Ha anche fatto aumentare l’altezza correlata all’età di tutti i bambini e i peso tra i bambini anemici. L’integrazione con il ferro porta a una riduzione del 50% del rischio di anemia e del 79% della carenza di ferro. I dati sulla sicurezza erano limitati.
Questa analisi suggerisce che l’integrazione con il ferro a dosi medio-basse migliora in modo sicuro le prestazioni ematologiche e non-ematologiche tra i bambini frequentanti la scuola primaria ed è ben tollerata.