In un articolo pubblicato sulla rivista Food Hydrocolloids (vol. 51, pagg. 227-240, 2015), gli autori, un ricercatore iraniano e uno inglese descrivono l’elettro-filatura come un nuovo modo di micro-incapsulare ingredienti alimentari bioattivi e ne spiegano i vantaggi rispetto alle altre tecniche di incapsulamento quali la liofilizzazione, la nano-precipitazione e la preparazione di liposomi che spesso sono condotte ad alte temperature o con l’utilizzo di solventi organici, condizioni che possono ridurre in modo significativo la vitalità dei batteri o danneggiare la struttura delle molecole target.
L’incapsulamento di composti bioattivi e di batteri probiotici all’interno di sostanze prebiotiche per proteggere o migliorare la loro sopravvivenza durante il passaggio nel tratto gastro-intestinale è un’area di grande interesse sia per la ricerca che per l’industria.
L’elettro-filatura e il relativo processo di elettro-nebulizzazione sembrano essere un promettente mezzo di trasporto per questi composti in quanto il processo può lavorare con una soluzione acquosa e a temperatura ambiente dando origine a matrici di dimensioni micro e nano. La produzione di nano-fibre (diametro inferiore a 1 µm) è una cosa normale e le nano-fibre prodotte con l’elettro-filatura sono particolarmente interessanti per l’industria alimentare per le loro applicazioni potenziali come veicoli per il rilascio controllato.
Il processo a temperatura ambiente è compatibile con i polimeri e i biopolimeri di grado alimentare e permette un efficiente incapsulamento riducendo la denaturazione e potenziando la stabilità dei sistemi per l’integrazione alimentare.
Comunque, per ottimizzare le condizioni di produzione e per massimizzare la resa, è essenziale comprendere chiaramente il meccanismo dell’elettro-filatura.