Una recente indagine dell’analista di mercato Canadean ha chiesto a 2.000 consumatori britannici se saranno disposti a far entrare gli insetti, presentati come il cibo del futuro, nei loro piatti.
Sono molti i sostenitori di coleotteri e larve, visti come i super-alimenti di domani, già oggi popolari nella cucina raffinata e considerati come una novità tra i consumatori più avventurosi. Ma saranno in grado di andare oltre una moda passeggera ed essere apprezzati dal consumatore medio? Secondo l’Unione europea la risposta è sì, tanto che ha stanziato 3 milioni di dollari per la ricerca sull’uso degli insetti in cucina negli Stati membri. Allo stesso modo, la FAO ha pubblicato un elenco di quasi 2.000 specie di insetti commestibili. Con 40 tonnellate di insetti per ogni essere umano sulla terra, gli insetti sono una ricca fonte di cibo sostenibile, ricca di proteine, ferro e calcio e povera di grassi e colesterolo. Tuttavia, può essere difficile riuscire a convincere i consumatori più schizzinosi e secondo l’indagine Canadean, il 65% dei consumatori sostiene di non essere disposto a provare alimenti a base di insetti trasformati.
Un notevole ostacolo a mangiare gli insetti è l’appetibilità. La ricerca Canadean ritiene che se ai consumatori vengono fornite descrizioni dettagliate dei prodotti incentrate sul sapore, essi sono più propensi a considerare la possibilità di mangiare insetti, con il 46% che si dice disposto a provarli, mentre la percentuale scende al 35% nel caso che le informazioni fornite siano minime. Il fattore fondamentale per convincere i consumatori ad assaggiare gli insetti è il modo in cui il prodotto viene presentato e commercializzato. Secondo Catherine O’Connor, senior analyst di Canadean, “sarà più semplice vendere gli insetti trasformati rispetto ai prodotti che li propongono visibili nella loro interezza e, per superare la barriera del disgusto gli alimenti derivati da insetti dovranno avere un forte impatto visivo e non renderne riconoscibile l’origine”.
Un altro modo per aumentare l’appeal dei cibi derivati da insetti è collegarne il sapore e la forma alle culture dove mangiare questi prodotti è più comune, come in Africa e in Asia sud-orientale. L’indagine di Canadean rileva che il 6% dei consumatori che sono disposti ad assaggiare gli insetti lo farebbe solo in un contesto di cucina etnica. Inoltre, l’apertura agli alimenti derivati dagli insetti è risultata superiore tra coloro che si descrivono desiderosi di gustare cibi da culture diverse, tanto che il 51% di loro si dichiara disposto a provarli. O’Connor ha spiegato: “Nel complesso, questi risultati dimostrano che chi commercializza alimenti derivati dagli insetti dovrà lavorare con attenzione per convincere i consumatori che essi possano diventare parte parte della loro dieta. Tuttavia, l’interesse c’è, soprattutto tra coloro che hanno fame di nuove ed eccitanti esperienze gastronomiche.”