Uno studio recentemente pubblicato su Current Biology sostiene che le modalità di stoccaggio potrebbero condizionare il valore nutrizionale dei prodotti. Infatti, la ricerca ha riscontrato che, anche dopo la raccolta, i vegetali possono continuare a risentire degli stessi ritmi circadiani (la risposta di un organismo ai cambiamenti di luce durante le 24 ore) di quando erano in crescita. Questa risposta comprende l’accumulo (e la perdita) di sostanze chimiche resistenti agli erbivori e di alcuni nutrienti. I ricercatori della Rice University hanno fatto la scoperta iniziale studiando i cavoli, riscontrando poi risposte simili in lattuga, spinaci, zucchine, patate dolci, carote e mirtilli. Prodotti ortofrutticoli sottoposti a cicli di luce-buio naturali hanno subito meno danni da insetti rispetto a quelli soggetti a sistemi di stoccaggio alternativi. Una delle conclusioni della ricerca è che potrebbe avere senso raccogliere i prodotti e refrigerarli in determinate ore del giorno, quando le preziose sostanze nutritive e sostanze fitochimiche sono al massimo. Secondo i ricercatori le nuove pratiche di stoccaggio post raccolta di verdura e frutta che prendono in considerazione i ritmi circadiani potrebbero profondamente influenzare le concentrazioni di svariati metaboliti in molti prodotti agricoli e, di conseguenza, il loro valore salutistico. Inoltre, ritengono che il comportamento circadiano post-raccolta di frutta e verdura potrebbe costituire un aspetto importante, finora non riconosciuto, dell’analisi nutrizionale o fitochimica, da considerare nei futuri studi sui vegetali.
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