Il consumo di funghi velenosi provoca oltre ogni anno 100 morti e richiede assistenza medica urgente per migliaia di persone nel mondo, dove l’amanitina è la classe di micotossine che causano i problemi più gravi.
Alcuni ricercatori del Servizio di ricerca agricola (ARS) di Albany, in collaborazione con altri istituti di ricerca dell’Università della California-Davis, hanno sviluppato un semplice test portatile in grado di rilevare in pochi minuti il più mortale dei veleni fungali. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Toxins. Il nuovo test, sviluppato soprattutto per i funghi assunti come cibo, è in grado di identificare la presenza di appena 10 parti per miliardo di amanitina in circa 10 minuti da un campione di fungo delle dimensioni di un chicco di riso, ma fortunatamente è abbastanza sensibile da rilevare anche la tossina nelle urine di chi che ha mangiato un fungo velenoso contenente amanitina e funziona anche con l’urina del cane, dal momento che spesso i cani mangiano indiscriminatamente funghi.
Al momento non esiste alcun test diagnostico clinico definitivo per l’avvelenamento da amatoxina, ma la diagnosi precoce dell’amanitina nelle urine di un paziente aiuterebbe i medici nella formulazione di una diagnosi. Lo scopo è rendere possibile a medici e veterinari l’identificazione rapida e sicura dell’avvelenamento da amatossina evitando il percorso di esclusione clinica per tentativi di altre malattie gastrointestinali sospette, nella speranza che si traduca in maggiori possibilità di guarigione, anche se al momento non esistono trattamenti specifici davvero efficaci.
Se si trovasse un partner commerciale per la produzione e commercializzazione di un kit test, i cercatori di funghi potrebbero disporre di un modo pratico ed efficace per identificare ed evitare di mangiare funghi contenenti tossina amanitinica. Quello in oggetto è infatti il metodo in campo più sensibile e affidabile ad oggi disponibile per identificare chimicamente i funghi contenenti amanitina, anche considerando che, nonostante i raccoglitori esperti possano identificare i funghi mortali solo osservandone l’aspetto, non sono però in grado di vedere le sostanze chimiche tossiche che vi si nascondono.
Tuttavia, il test identifica solo la presenza o l’assenza di questa specifica classe di tossina ma non rileva altri composti come allucinogeni o tossine che causano altri sintomi gastrointestinali o neurologici. Quindi, non è in grado di determinare se un fungo è commestibile.
Molti funghi velenosi assomigliano a funghi selvatici commestibili. Ad esempio, l’Amanita di primavera (Amanita velosa) è un fungo selvatico commestibile altamente apprezzato negli Stati Uniti costieri del Pacifico. Ma ad un occhio non allenato può apparire simile all’Amanita phalloides, fungo mortale responsabile di oltre il 90% delle morti per avvelenamento da funghi in Europa.
Il nuovo test immunologico, basato su un anticorpo monoclonale molto reattivo prodotto in laboratorio che rileva e si lega solo con un target specifico, può fornire ulteriori informazioni su un fungo selvatico oltre l’aspetto e le caratteristiche fisiche e la presenza di amanitine, invisibili all’occhio nudo. Se fosse disponibile un prodotto economico come questo, la raccolta potrebbe diventare ancora più popolare e forse più sicura.