Ricercatori dell’Università di Granada, Spagna, hanno pubblicato sulla rivista Food Chemistry (2014, vol 164, pagg. 396-405) i risultati del loro studio sulle caratteristiche nutrizionali e fisicochimiche dei succhi d’arancia in commercio in Spagna.
È risaputo che il succo d’arancia è una fonte di vitamine C e A e di antiossidanti che aiutano a prevenire i danni cellulari e potrebbe avere anche proprietà antiinfiammatorie, ridurre la pressione sanguigna e aiutare a diminuire i livelli di colesterolo. I succhi d’arancia sono, pertanto, percepiti dai consumatori come alimenti salutistici, e finora è stata poco studiata la correlazione tra i parametri fisico-chimici e le proprietà nutrizionali.
Questi ricercatori sono partiti dall’idea che l’attività antiossidante dei succhi d’arancia fosse stata sottostimata con le metodologie analitiche tradizionali; hanno utilizzato una simulazione in vitro del tratto digerente umano con una tecnica chiamata “risposta antiossidante globale” o GAR e in questi test è stato dimostrato che l’apporto di antiossidanti non è limitato all’assorbimento nell’intestino tenue della porzione liquida del succo, ma che nell’intestino crasso, i microbi intestinali sono in grado di rompere la frazione delle fibre in modo che venga rilasciata una maggiore quantità di antiossidanti che sono assorbiti dall’organismo.
Con questo studio, i ricercatori sono stati in grado di dimostrare che in molti succhi d’arancia commerciali le proprietà antiossidanti potenziali possono essere fino a 10 volte superiori a quanto supposto, utilizzando la tecnica GAR. Inoltre, è stato sviluppato un modello matematico per classificare i succhi a seconda della loro natura o delle condizioni di conservazione.