
I ricercatori dell’Agricultural Research Service di Wyndmoor, parte del dipartimento statunitense per l’agricoltura (USDA), insieme a collaboratori dell’università statale di Washington, hanno messo a punto una plastica biodegradabile termoplastica utilizzabile nella produzione di contenitori usa e getta per alimenti. Questo materiale ha la proprietà di diventare morbido con il riscaldamento.
Per raggiungere lo scopo, ad un polimero biodegradabile è stata aggiunta della polpa di barbabietola da zucchero, sottoprodotto dell’estrazione dello zucchero, anch’essa biodegradabile. Il risultato è un materiale composito termoplastico che mantiene proprietà meccaniche simili al polistirene e al polipropilene, le plastiche utilizzate per fabbricare imballaggi bianchi e spugnosi.
Ogni anno l’industria saccarifera produce tonnellate e tonnellate di polpa di barbabietola da zucchero e trovarne degli impieghi utili e redditizi è essenziale per la vitalità economica a lungo termine dell’agricoltura statunitense.
La nuova bioplastica viene prodotta partendo da polpa di barbabietola e acido polilattico (PLA) utilizzando un estrusore bivite. A sua volta il PLA è un polimero biodegradabile commercialmente disponibile derivato dagli zuccheri presenti nel mais, nella barbabietola da zucchero, nella canna da zucchero, nell’erba paglia (Panicum virgatum) e in altre piante, che sono tutte fonti rinnovabili. L’estrusione è un processo produttivo conveniente, impiegato su larga scala nella produzione di alimenti, plastiche e materiali compositi.
I ricercatori hanno dimostrato che è possibile incorporare fino al 50% di polpa di barbabietola nel PLA per produrre compositi termoplastici biodegradabili simili a quelli derivati da petrolio impiegati nella fabbricazione di contenitori usa e getta spugnosi. Essi, inoltre, ritengono che questa nuova termoplastica sia competitiva a livello di costi rispetto alle plastiche convenzionali di origine fossile.