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Gli alimenti “senza” diventano di massa

Il mercato degli alimenti “senza” (senza lattosio, glutine, ecc.) è in pieno boom in molte parti del mondo e, oltre ad espandersi in nuove categorie, si sta spostando nel mainstream, con lanci da importanti produttori e marche. Le principali catene di supermercati stanno dedicando più spazio sugli scaffali e si stanno impegnando nel miglioramento della segnaletica all’interno dei punti vendita, oltre ad offrire in molti casi le proprie gamme di marchi.
Secondo Innova Market Insights, negli ultimi anni a livello globale sono stati fatti notevoli sforzi nello sviluppo di prodotti senza glutine e senza lattosio, ma allo stesso tempo l’intera categoria degli alimenti “senza” si va ampliando, andando a includere definizioni più ampie, come senza derivati del latte, senza additivi e/o conservanti ed anche, sempre più, OGM-free.
La tendenza per le etichette pulite sta prepotentemente emergendo negli ultimi anni e quasi il 13 % del totale dei lanci di alimenti e bevande registrati a livello globale nel 2013 si è fregiata di claim che sottolineavano l’assenza di additivi e/o conservanti, in crescita dal 10% del 2008. Lu Ann Williams, direttore del settore Innovazione di Innova Market Insights, dichiara: “Se i claim che utilizzano il termine ‘naturale’ sono sempre più sotto accusa per mancanza di chiarezza riguardo alla definizione, l’utilizzo di indicazioni circa l’assenza di conservanti e additivi è progredito relativamente senza impedimenti. “
“L’interesse per la genuinità è ancora molto evidente, tuttavia, e si riflette anche nel crescente uso dell’etichettatura OGM-free, nonostante rimanga relativamente limitata su scala globale. “Solo il 2,3% dei lanci globali registrati ha utilizzato in etichetta la dicitura ‘senza OGM’ nel 2013, dove snack, prodotti da forno e lattiero-caseari sono le categorie interessate dal maggior numero di introduzioni sul mercato, per effetto dell’importanza degli ingredienti OGM laddove si utilizzano quantità notevoli di cereali in alimenti e mangimi, davanti a carne, pesce e uova, dolciari e piatti pronti.
Nel frattempo, tornando nel più tradizionale settore dei prodotti “liberi da”, le linee senza glutine sono sempre più presenti e disponibili, spostandosi dal settore della specializzazione dietetica al mercato mainstream. Quasi l’8% dei lanci di prodotto registrati nel 2013 ha utilizzato un posizionamento senza glutine, dove il dato sale al 10% in Europa occidentale e quasi al 14% negli Stati Uniti. Questa crescita è dovuta in parte al miglioramento delle norme in materia di etichettatura, ma anche alla crescente consapevolezza dell’intolleranza al glutine nella dieta e allo sviluppo di prodotti più di massa e gradevoli al palato in  una serie di categorie di alimenti e bevande.
L’utilizzo di indicazioni che si riferiscono all’assenza di lattosio è stato meno diffuso rispetto al senza glutine, ma anche così l’1,5% dei lanci ha usato questo tipo di posizionamento nel 2013, raddoppiando la quota di cinque anni prima. Il mercato lattiero-caseario è, forse non a caso, quello che ha registrato i più alti livelli di attività, coprendo oltre un terzo dei lanci totali di prodotti senza lattosio, dove il 7% dei latticini ha utilizzato questo tipo di claim. I livelli di interesse e l’attività prodotto sono stati particolarmente elevati nel Nord America e in Europa occidentale, dove il 10% dei lanci di lattiero-caseari ha utilizzato questo tipo di posizionamento.
Williams osserva: “È chiaro che il settore dei prodotti “senza” è destinato a un’ulteriore crescita, poiché l’interesse continua a diffondersi da quelli a cui è stata diagnosticata un’allergia o intolleranza specifica, a chi si fa l’auto-diagnosi fino a coloro che mostrano un interesse più generale per la salute e il benessere. L’attuale sviluppo di una più ampia gamma di prodotti caratterizzati da un’immagine di alta qualità e un buon profilo sensoriale sta aiutando questo processo”.

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