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I consumi italiani di surgelati nel 2012

Secondo i dati recentemente diffusi dall’Istituto Italiano Alimenti Surgelati, la crisi economica che negli ultimi anni ha investito il nostri Paese ha determinato una generalizzata riduzione della spesa alimentare riportandola indietro di 20 anni, arrivando nell’ultimo quinquennio ad una sforbiciata per il cibo del 9,6%. In particolare, il 2012 ha fatto segnare la più ampia contrazione dei consumi delle famiglie italiane dal dopoguerra (-4%) ed è ormai evidente che la lunga crisi ha inciso in maniera sostanziale anche sugli acquisti di prodotti alimentari, che tradizionalmente avevano sempre evidenziato una domanda relativamente stabile.

I consumatori stanno orientando i loro acquisti verso prodotti a minor costo unitario, modificando tipologie e brand dei prodotti, e in parte ridefinendo le preferenze per i formati distributivi, ad esempio frequentando in misura maggiore i discount. Inoltre, circa il 90% dei consumatori sperimenta comportamenti antispreco (porzioni ridotte, utilizzo avanzi, et.) e ben il 64% mangia a casa più che nel recente passato. 

Su alcuni di questi aspetti iniziano a pesare i mutamenti demografici e sociali: l’invecchiamento della popolazione, la femminilizzazione del mercato del lavoro, il crescente pendolarismo e il cambiamento negli orari, con un incremento della frequenza dei pasti fuori casa e uno spostamento degli acquisti dai generi alimentari ai servizi di ristorazione offerti da esercizi pubblici.

D’altro canto, anche se l’incidenza dei consumi di generi alimentari sul totale continua a ridursi, gli italiani si confermano, tra gli europei, il popolo con la spesa alimentare pro capite più elevata; essa ammonta infatti ogni anno a 2.300 euro a testa nel nostro Paese, in Germania a 1.800 e nel Regno Unito a 1.500. I nostri connazionali, pur facendo più attenzione alla spesa, non rinunciano alla qualità di quel che mangiano, ritengono che l’alimentazione abbia un ruolo decisivo per quel che riguarda la salute e sono poi di gran lunga i cittadini europei più attenti all’origine (88%) e alla marca (68%) del cibo che comprano.

 

 

Focus surgelati

 

Per quanto riguarda in particolare i surgelati, nel 2012 il settore ha contrastato con sostanziale successo le insidie della contrazione economica, archiviando l’anno con un lievissimo decremento globale (- 0,1%).

Ciò è principalmente dovuto al fatto che i surgelati non rappresentano più una scelta emergenziale, ma sono entrati nell’uso quotidiano grazie ai vantaggi in termini di servizio, rapidità di preparazione, qualità, “naturalità” per l’assenza di conservanti, sicurezza alimentare, destagionalizzazione e delocalizzazione dei prodotti, senza dimenticare l’”effetto dispensa”. La media annua per famiglia italiana ha raggiunto lo scorso anno i 14,6 kg.

L’incremento del consumo dei surgelati negli ultimi anni riguarda soprattutto le categorie oggi più valorizzate dai nutrizionisti italiani e dai media per il loro aspetto salutistico come i vegetali. A testimoniare l’ampio spettro di esigenze a cui i surgelati rispondono, segue l’incremento di altre tipologie di prodotto, molto diverse tra loro, come le patate fritte e le pizze da un lato ed il pesce dall’altro. Emerge anche una forte propensione all’acquisto di referenze innovative ma oggi ancora non molto diffuse (prodotti pronti con ricette originali, solo da rinvenire nel forno a microonde – vegetali trattati al vapore – dessert da tavola, tipo strudel – pane precotto solo da scongelare o da riscaldare brevemente al forno), il che è indice della crescente familiarità verso la categoria e un forte interesse a sperimentare nuovi gusti.

 

 

I consumi di surgelati per comparti merceologici

 

Vegetali

Anche nel corso del 2012 il segmento dei vegetali è risultato essere il primo in valore assoluto: si tratta di un mercato che rappresenta circa il 42% delle vendite a volume (224.807 t nel 2012 contro le 224.540 del 2011, pari a + 0,1%) e che ha un tasso di penetrazione nazionale pari ad oltre 22 milioni di famiglie.

Il settore ha fatto registrare una pressoché assoluta analogia con l’anno precedente per quanto riguarda i volumi acquistati, mentre in termini di valore si è assistito ad una lieve crescita, dovuta non tanto ad un aumento dei prezzi quanto ad una ridefinizione delle scelte dei consumatori, sempre più orientati verso prodotti benessere e dal maggiore valore aggiunto. Nel 2012, a fronte di una sostanziale tenuta dei vegetali semplici e di una incoraggiante affermazione di quelli preparati (+ 4,5%) si è registrato per il secondo anno consecutivo un deciso calo delle zuppe e minestroni, in particolare nelle gamme ricettate. 

Le principali aziende del settore hanno intensificato le loro offerte in area convenience, presentate spesso in quantità monodose, per intercettare le esigenze di un mercato sempre più segmentato e nel quale il target dei single inizia ad avere un’incidenza non più trascurabile; a riprova di ciò vi è l’aumento di proposte rinvenibili al microonde, che offrono in un unico prodotto praticità di preparazione, ispirazione in cucina e benessere in tavola. 

Nel 2012 sono poi cresciuti del 3,5% i “cooking aids” (erbe e spezie). 

 

Patate

Il segmento delle patate rappresenta un mercato importante (oltre il 14% a volume sul totale surgelati) in grado di evidenziare un potenziale altamente innovativo capace di interpretare le nuove esigenze del consumatore. Esso si esplicita in molteplici nuove declinazioni; tra queste, la più efficace appare la tendenza verso referenze “light”, sempre più apprezzabili oggi grazie ad un’ampia gamma di specialità che uniscono gusto e croccantezza alla praticità e leggerezza della cottura in forno. Nel corso del 2012 questo segmento ha fatto registrare un lieve aumento (+1,2%) che conferma la decisa “galoppata” dei consumi nell’ultimo periodo. Si ritiene che il consumo di patate surgelate abbia ancora ampi margini di sviluppo a patto che i produttori sappiano interpretare i gusti e le abitudini delle nuove generazioni; in tal senso le aziende più rappresentative stanno iniziando ad intensificare la leva dell’innovazione rivolgendosi verso prodotti stir fry e soluzioni che si spingono quasi oltre il consueto confine delle patate. 

 

Prodotti ittici

Nel 2012 il segmento dei prodotti ittici surgelati ha mostrato nel canale retail andamenti differenti nei diversi comparti, facendo registrare, in ogni caso, risultati sostanzialmente positivi; ben l’88% delle famiglie italiane ha scelto referenze di questo settore. La migliore performance è stata realizzata dal comparto del pesce panato e pastellato (+ 2,6%) e un ottimo risultato è stato registrare per il segmento dei bastoncini propriamente detti, che sono diventati il primo segmento per numero di famiglie acquirenti.

Sostanziale stabilità nella domanda ha fatto registrare il comparto del pesce naturale (+ 0,2%), leggermente più economico, da personalizzare o valorizzare in ambito domestico.

 

Carni rosse e bianche

Il settore delle carni surgelate (rossa e bianca) ha chiuso il 2012 in modo ampiamente positivo; il segmento della carne bianca ha evidenziato un aumento pari al 3,7% che, se sommato al dato registrato nel quinquennio 2007-2011 (+ 31%), porta ad un aumento globale sino a tutto il 2012 prossimo al 35%. Il segmento della carne rossa ha confermato un fortissimo progresso nel 2012, avanzando del 7,75% rispetto all’anno precedente; anche in questo caso vi è la conferma della ricerca da parte del consumatore di nuove ricette o modalità di presentazione e preparazione dei prodotti (es. carne impanata + 22%).

 

Pizze e snack

Nel 2012 Il trend di crescita del settore pizze (nei differenti segmenti large e pizzette) ha fatto registrare incoraggianti progressi, grazie soprattutto ad un’offerta ormai capace di declinare varie tipologie di gusti, oltre alla classica margherita, che resta comunque di gran lunga la preferita dagli italiani. 

Il peso del comparto sul totale surgelati raggiunge ormai quasi l’11% e fa registrare una quota di penetrazione assoluta intorno al 63%; nel periodo tra il 2009 e il 2012, il tasso di crescita medio a valore ha raggiunto i 7,5 punti percentuali. Quindi, seppur a fronte di criticità economiche, le vendite di pizza surgelata confermano il buon apprezzamento da parte dei consumatori verso categorie di prodotti caratterizzate da un buon contenuto di servizio, in continuo miglioramento sia sul fronte della comodità/versatilità d’uso sia dal punto di vista della ricettazione/lavorazione, ovvero della soddisfazione del gusto.

 

Piatti ricettati

Nel 2012 il segmento dei piatti pronti ricettati ha proseguito in un generale trend di forte ridimensionamento dei totali acquistati, a motivo in primis del periodo di recessione economica e della conseguente attenzione al prezzo da parte del consumatore; in questo secondo caso, il perdurare delle difficoltà economiche. La stasi degli acquisti può però essere spiegata anche con il basso numero di nuovi lanci di prodotti, che hanno contribuito a “cristallizzare” le scelte di questa categoria di consumatori, notoriamente attratta dalla componente innovativa. 

Per il futuro non è da escludere una ripresa dei consumi in questo segmento, anche valutando formati più piccoli per i single e massimizzando i benefici di gusto e convenience.

 

Crescono i surgelati “porta a porta”

Attualmente il mercato dei surgelati porta a porta rappresenta in Italia circa l’11% del totale e ha fatto registrare nel corso del 2012 un avanzamento di oltre il 7%; il settore può contare su un universo di affezionati clienti che riconoscono nella consegna a casa e nella possibilità di scegliere e personalizzare la propria spesa alimentare un reale vantaggio. Inoltre le più rappresentative aziende del settore valorizzano ulteriormente il profilo degli alimenti surgelati e delle loro peculiarità organolettiche grazie al rigoroso rispetto della catena del freddo.

 

I consumi di surgelati nel settore catering

Il settore dei consumi alimentari fuori casa ha accusato un lieve rallentamento nel 2012, ma se ristoranti, bar e stazioni di servizio registrano una riduzione nella spesa, crescono soprattutto le mense e i luoghi di somministrazione nei centri commerciali. Cresce infatti la domanda di servizi e prodotti a costo contenuto, che appare una tendenza destinata a durare nel tempo.

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