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Il mercato europeo dell’olio d’oliva

Il Foreign Agricultural Service dell’USDA – Dipartimento statunitense dell’Agricoltura – ha aggiornato le sue previsioni sul mercato europeo dell’olio di oliva.

Nel 2023/24, l’UE sta affrontando per la seconda volta consecutiva uno scarso raccolto di olive da olio, per cui l’aumento dei prezzi al consumatore risultante dalla limitata disponibilità interna contribuirà a una riduzione dei consumi.

Il raccolto limitato condizionerà anche la crescita delle esportazioni, contribuendo ad abbassare le scorte.

 

Produzione

Le stime basate sulle precipitazioni, le temperature verificatesi durante la stagione della fioritura degli ulivi e le successive ondate estreme di calore estivo che hanno provocato una caduta delle drupe acerbe fanno presagire che la produzione di olio d’oliva dell’Unione europea (UE) nel 2023/24 potrebbe di poco superare gli 1,4 milioni di tonnellate (MT).

Il raccolto europeo di olive si estende dall’autunno all’inizio della primavera. Mentre le condizioni primaverili determinano la fioritura e le temperature estive influenzano lo sviluppo dei frutti, le precipitazioni autunnali svolgono ancora un ruolo nell’entità della produzione finale. Anche gli anni di carico alternati a quelli di scarico delle piante svolgono un ruolo nei volumi di produzione, come pure gli impianti con irrigazione che entrano in produzione contribuiscono a mitigare l’impatto degli anni di scarico in tutta l’UE, la cui produzione di olio d’oliva si concentra in pochi Stati membri. Il Vecchio Continente è comunque il più grande produttore di olio d’oliva al mondo, con oltre il 60% del totale.

In Spagna, Paese che produce circa la metà del raccolto di olive del mondo, le condizioni meteorologiche estreme hanno portato a una scarsa produzione per il secondo anno consecutivo. In seguito agli effetti dell’ondata di calore primaverile sulla fioritura, il raccolto è stato previsto superiore solo del 15% rispetto allo scorso anno, che era stato il peggior anno di produzione di olio d’oliva in quasi un decennio. Una serie di ondate di calore estive ha causato la caduta di frutti acerbi per conservare l’umidità delle piante.

Tuttavia, le abbondanti precipitazioni autunnali hanno contribuito a migliorare le prospettive di produzione inizialmente negative. Le ultime stime ufficiali indicano che la produzione di olio d’oliva in Spagna nel 2023/24 potrebbe raggiungere le 765.200 t. In Italia, invece il dato è previsto in 300.000 t, soprattutto in virtù delle condizioni promettenti in Puglia, Calabria e Sicilia, che rappresentano circa il 70% della produzione di olio d’oliva del nostre Paese.

In Grecia la produzione di olio d’oliva potrebbe essere inferiore a 180.000 milioni di tonnellate a causa di un inverno mite che non ha favorito la fioritura e le estese precipitazioni primaverili che hanno ulteriormente ridotto la fruttificazione. Inoltre, le condizioni estive estremamente calde seguite dalle tempeste autunnali “Daniel” e “Elias” hanno ridotto le rese nella regione centrale della Grecia centrale. Anche Chalkidiki a nord e Creta nella Grecia meridionale riportano una significativa riduzione della produzione di olio d’oliva.

 

 

Consumi

I consumi di olio d’oliva 2023/24 e 2022/23 sono stati rivisti al ribasso rispetto alle stime precedenti, in risposta alle impennate dei prezzi al consumo dell’olio d’oliva nei principali Paesi di produzione e consumo. Parallelamente, anche i prezzi dell’olio d’oliva nei mercati di produzione dell’UE superano di gran lunga quelli della stagione precedente.

 

Scambi commerciali

Il secondo, scarso, raccolto consecutivo di olio d’oliva in Europa dovrebbe limitare il potenziale di esportazione dell’Unione nel 2023/24, esportazioni che, complessivamente, sono diminuite in modo significativo nel 2022/23 a causa dalla limitata disponibilità interna. Gli Stati Uniti seguiti dal Brasile sono le principali destinazioni delle esportazioni europee di olio d’oliva.

Nel 2023/24, le importazioni di olio d’oliva dell’UE si prevedono in lieve ripresa, a condizione che si realizzi un rimbalzo di produzione in Tunisia. Secondo gli ultimi dati commerciali disponibili, nell’anno 2022/23, le maggiori importazioni di olio d’oliva si sono realizzate in Turchia, Paese che ha visto aumentare la propria produzione nel 2022/23, controbilanciando quasi le importazioni ridotte dai fornitori tradizionali dell’UE come Tunisia o Marocco, la cui disponibilità di olio d’oliva è stata inferiore.

 

 

Scorte

Nonostante la riduzione dei consumi interni e delle esportazioni, si prevede che le scorte di olio d’oliva nell’UE saranno ristrette fino alla fine del 2023/24 a causa delle sue scarse annate consecutive che hanno ridotto la disponibilità di olio d’oliva all’interno dell’Unione.

www.usda.gov

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